CBD - Centro Bresciano Down

Associazione di volontariato, senza fini di lucro

Il Centro Bresciano Down è un’associazione di volontariato APS, senza fini di lucro, nata nel 1992 per opera di un gruppo di genitori bresciani, alla ricerca di indicazioni sul come aiutare i propri figli portatori della Sindrome di Down.
Questa non rassegnazione, dette vita alla “filosofia” che da sempre ha caratterizzato la nostra Associazione e così una decina di genitori si fece promotore della nascita di questo organismo.

Nel settembre del 1993, l’Associazione ha aperto a Brescia il Centro che opera attivamente nei confronti delle famiglie con persone affette da trisomia 21. Nell’anno successivo siamo entrati a far parte dell’Unidown, un’associazione a carattere nazionale che raggruppa vari centri sparsi in quindici Regioni d’Italia, quindi ci siamo iscritti nel Registro Regionale di Volontariato e siamo entrati a far parte delle associazioni che lavorano stabilmente nella Regione Lombardia.

Visualizza ad oggi gli Organi direttivi CBD

Attualmente la nostra Associazione, di diritto APS, ha in carico circa 150 famiglie seguite da un’equipe di 24 operatori specializzati: neuropsichiatra infantile, fisiatra, psicologo, fisioterapista, logopedista, psicomotricista, pedagogista e musicoterapista.

Oltre ai famigliari, vi sono inoltre molti volontari che sostengono le diverse attività che durante l’anno portiamo avanti; lo spirito del Centro Bresciano Down è significativamente rappresentato dall’aspetto solidaristico proprio dell’Associazione: in questi anni alcune delle nostre famiglie hanno adottato 8 bambini Down. 

Sono consultabili il Bilancio Sociale ed i Bilancio economico 2017 ed i Bilanci degli anni precedenti.

L’Associazione accoglie indistintamente tutte le persone che si rivolgono al Centro, spesso indirizzate da pediatri e neuropsichiatri dell’ASL, anche con problematiche diverse dalla Sindrome di Down, assicurando loro continuità e competenza nel lavoro svolto.

Gli associati sì auto finanziano per ricevere le prestazioni necessarie alla abilitazione del bambino e quant’altro può essere utile per la sua crescita.

Del costo della terapia o del corso fruito, solo una piccola somma, mediamente il 30% è a carico della famiglia, il resto è raccolto tramite offerte, donazioni di enti e privati, o tramite il ricavato di feste e manifestazioni varie.