Progetto “La follia di Orlando, attraverso sensazioni e sguardi di Alice”

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Condividiamo con voi il progetto presentato dalla classe della nostra Alice, la quarta C dell’ Istituto d’Istruzione Lorenzo Gigli di Rovato (BS), per il III Concorso Nazionale “Tutti insieme, me compreso!” organizzato da PianetaDown. Un grande in bocca al lupo ad Alice e i suoi compagni della quarta C!

 

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LA FOLLIA DI ORLANDO

attraverso sensazioni e sguardi di Alice

 

Stava arrivando la sera quando Alice iniziò ad avviarsi con molta fretta verso il grande salone in cui Messer Ludovico la stava aspettando, insieme a tutti gli altri ospiti, per continuare il racconto come faceva ogni sera: “Niente chiacchiere, inizia la storia!” disse una dama impaziente. Tuttavia Messer Ludovico riservava una sorpresa per il suo pubblico: sarà Alice a cantare la follia di Orlando.

“Orlando, passeggiando nel bosco vide incisi sui tronchi i nomi di due innamorati, Medoro e Angelica, e sperò che non fosse la stessa Angelica che piaceva a lui.

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Scesa la notte, Orlando chiese a dei contadini di ospitarlo; era sconvolto perché non riusciva a dimenticare ciò che aveva visto nel bosco, e, disperato, fuggì urlando e piangendo; passò tutta la notte a distruggere gli alberi con le incisioni dei nomi degli innamorati. Si buttò a terra e rimase sdraiato per tre giorni e tre notti senza dormire; sentiva come se una spada gli avesse spaccato il cuore. Il quarto giorno Orlando si alzò e si spogliò dell’armatura: rimase nudo e si mise a sradicare tutti gli alberi come se fosse impazzito.

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Orlando camminò molto fino ad una spiaggia della Spagna dove si addormentò, senza accorgersi che attorno a lui due giovani cavalcavano verso il regno del Catai: erano Angelica e Medoro. Nemmeno loro si accorsero di lui finché il loro cavallo non inciampò su Orlando, che subito cominciò a inseguire la povera Angelica; improvvisamente la fanciulla si ricordò di essere in possesso dell’anello magico: lo mise in bocca e sparì. Possiamo immaginare che Angelica e Medoro scomparvero e raggiunsero magicamente il Catai, mentre il povero Orlando impazzito rimase solo”.

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Questa è la favola di Alice, è il racconto della vita di tutti. Narra di amore felicità tristezza sconforto e di un po’ di follia. Sono emozioni che si esprimono nei gesti, nell’espressione del volto di chi racconta e di chi ascolta. E con gli occhi parlano.

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